Il fenomeno dell’innovazione sociale non è una novità recente. Esso ha caratterizzato, infatti, l’evoluzione e le trasformazioni della società, soprattutto nei momenti di crisi epocali, come quella che stiamo attraversando, sotto il profilo socio-economico, politico e tecnologico. Molte sono infatti le sfide che mettono in discussione la tradizionale e consolidata idea di sviluppo e il relativo modo di regolazione, che richiedono ora trasformazioni a tutti i livelli. A questo riguardo, il Centro di ricerche internazionali sull’innovazione sociale (CeRIIS) della Luiss definisce l’innovazione sociale come:

Un insieme di azioni che danno vita a “innovazioni relazionali” per una nuova e più efficace interazione tra settore pubblico, grandi imprese e società civile in modo da essere capaci di offrire nuove e concrete risposte a bisogni sociali emergenti. (Flora 2018, p. 13).

Si tratta, insomma, di un cambiamento del modo di regolazione che parte da nuove forme di interazioni tra Stato, Mercato e Comunità, a partire dalle innovazioni prodotte nella sfera sociale, anche ad opera di nuove imprese o da imprese leader, più difficilmente ad opera dell’attore pubblico, appesantito e rallentato da procedure burocratiche e normative obsolete. L’innovazione istituzionale e normativa, insomma, seguirebbe quella sociale stabilizzandola. Essa sarebbe in grado cioè di accompagnare, sostenere e indirizzare l’innovazione sociale, ma non di generarla.